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DAZN, lotta alla pirateria o alla pazienza degli amanti del calcio?

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"Combattiamo la pirateria riducendo la fruizione dell'abbonamento della metà". Più o meno è stata questa la bomba a ciel sereno che ha sganciato sulle nostre teste DAZN, il provider principale per la trasmissione delle gare della nostra amata Serie A. Già in estate si erano percepiti i primi prepotenti malumori popolari, nati dall'affidamento alla piattaforma londinese in via praticamente principale di tutte le partite della massima divisione italiana, progetto che rischiava fortemente di naufragare verso un calcio spezzatino che più spezzatino di così sarebbe stata carne trita. E nient'altro.  Ci siamo quindi dovuti adeguare ad una trasmissione spesso spezzettata e altalenante, di una qualità sicuramente inferiore a quella che a cui ci aveva abituato SKY, pur capendo la differenza del prodotto, l'aspirazione di quest'ultimo, i tempi che cambiano ecc. Non so voi, ma io mi sono rotto le palle di tutta questa modernità. Forse sono arcaico, ignorante, forse s

""Fai ridere Gigi Buffon o Fai ridere, Gigi Buffon": lo scandaloso spot in cui il portiere vende la dignità di un fallimento storico e di una Nazione intera"

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La Nazionale maggiore dell'Italia non parteciperà ai Campionati Mondiali di Russia 2018, ormai lo sanno anche le pietre. Le pietre sanno anche che dopo il trionfo dell'ormai lontano 2006, il movimento calcistico italiano non ha optato per un necessario rinnovamento, cosa che lo ha indebolito a tal punto da estrometterlo dalla più importante e celebre competizione del Pianeta. Il calcio in Italia non è uno sport, ma è un fondamento imprescindibile. Che si voglia o meno, è preso seriamente, a volte anche fin troppo. Ma questa è la realtà dei fatti nello Stivale. Quando sei tra i protagonisti della Nazionale, quando scendi in campo in rappresentanza di una Nazione che ama e vive il calcio in maniera spasmodica come l'Italia, hai una responsabilità immensa, nettamente più ampia rispetto a quella dovuta per giocare in altre rappresentative nazionali. Quando fallisci, quando addirittura manchi la semplice qualificazione ad un Campionato Mondiale, dovresti valutare in prima sed

La Flat Tax applicata al calcio. Basterebbe una netta riduzione dell'aliquota fiscale per far spiccare il volo al calcio italiano?

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L'Italia, il nuovo Governo e l'introduzione della Flat Tax. Ma cosa si intende per Flat Tax? Prima di tutto occorre sapere che la Flat Tax è un sistema moderno di tassazione (ma dall'ideazione e applicazione risalente all'Antico Israele) utilizzato prevalentemente in Russia, nei paesi baltici (che hanno avuto grazie ad essa una crescita esponenziale), negli ex stati sovietici e nei paradisi fiscali, che verte esclusivamente sull'applicazione di un'aliquota fissa che non tiene effettivamente conto dei redditi dei contribuenti. Essa sta quindi agli antipodi del sistema di tassazione ancora utilizzato in Italia, dove i contribuenti sono invece tassati attraverso un sistema a scaglioni reddituali, dove l'aliquota aumenta o diminuisce in diretta proporzione al reddito stesso. L'applicazione della Flat Tax, che è che risale nei tempi moderni a più di cinquant'anni fa, è stata spesso contestata perché tende a diminuire il gettito fiscale destinato all'

Come aggirare il Financial Fair Play: il caso del Trabzonspor Kulübü

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Cos'é il Financial Fair Play? Il parametro su cui tanto insiste la UEFA, é stato introdotto nel 2009 dalla stessa con l'obiettivo sostanziale di spingere i club ad estinguere i propri debiti, in modo tale da far raggiungere loro un autonomo sostentamento economico/finanziario nel medio e nel lungo periodo. Il parametro del Financial Fair Play fu introdotto formalmente con l'idea di reprimere i fallimenti delle società, ma sostanzialmente per combattere le faraoniche campagne di acquisto protratte nel calciomercato dai principali club europei, cosa che tendeva a minacciare pesantemente l'equilibrio dei campionati, a scapito delle società meno blasonate e meno ricche. Tramite il Financial Fair Play, la UEFA impone ai club la totale assenza di debiti nei confronti di terzi (sia soggetti pubblici che privati), la comunicazione di informazioni riguardanti i piani finanziari futuri e soprattutto il pareggio del bilancio, ovvero la totale uguglianza tra perdite e ricavi dura

La libera concorrenza del mercato è sparita. Ombre e sospetti sull'annullamento del bando di MediaPro per i diritti tv della Serie A

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Incombe la diatriba sui diritti televisivi riguardanti il calcio italiano. Il ricorso di Sky TV trova appoggio nel Tribunale di Milano, che per violazione delle normative antitrust, annulla il bando vinto dall'emittente spagnola MediaPro, rischiando di far saltare la trasmissione di alcune partite della Serie A della nuova stagione 2018/2019. Tutta questa vicenda trasmette un solo ed unico messaggio: il concetto di libera concorrenza in Italia non esiste più. Osservando la questione da un punto di vista differente rispetto a quanto fatto dalle principali testate giornalistiche italiane in questi giorni, è necessario sottolineare in primo luogo che il bando contestato da Sky non è quello originario per l'assegnazione dei diritti televisivi, ma è in verità il bando successivo, ovvero quello indetto da MediaPro per la rivendita dei diritti televisivi stessi ad ulteriori broadcaster. Ciò che viene contestato, è il fatto che l'azienda spagnola voleva vendere dei pacchetti già p

"L'unico modo per far insorgere il popolo italiano è togliergli il calcio". Ci siamo. Se la soluzione fosse la scissione della Serie A dal sistema calcistico italiano?

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Ieri sera, mercoledì 9 maggio 2018, sono stato ospitato allo Stadio Olimpico di Roma dalla Lega di Serie A per assistere alla Finale di Tim Cup tra Juventus F.C. e A.C. Milan . Partita e risultato a parte, occorre soffermarsi sulla splendida cornice di pubblico presente a sostenere entrambe le squadre. Più di 65 mila persone a sfidare una valanga d'acqua abbattutasi sulla Capitale solo per sostenere la propria squadra, solo per l'amore verso per uno sport fantastico come il calcio. Ormai è diventato quasi un detto popolare il concetto che narra: "l'italiano medio insorgerà solo quando gli verrà negato il calcio". Quasi ci siamo. Le notizie arrivate proprio ieri, stanno sconvolgendo definitivamente la stabilità di una passione tanto cara quanto necessaria per la maggior parte di una popolazione flagellata da una crisi economica senza fine e da un Governo che per l'ennesima volta, stenta a definirsi come la vera espressione della reale democrazia, della vera v

Quando la burocrazia spezza l'evoluzione italiana: l'assurdo caso dell'S.S. Monza 1912 e dello "Stadio Brianteo"

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Italia e burocrazia lenta e controversa. Un binomio che pare ormai essere indissolubile. Un binomio su cui ogni italiano che si rispetti ha fatto del sarcasmo, perchè a volte è giusto prenderla con filosofia. La lentezza e l'imprevedibilità della burocrazia italiana però, è un problema alquanto pericoloso: essa ha la capacità di capovolgere previsioni certe, far saltare affari in dirittura d'arrivo e soprattutto, rendere impossibili dei necessari passi di crescita del Belpaese, rendendolo retrogrado e antiquato rispetto a Nazioni europee che sulla carta, hanno molte meno risorse di quante non ne abbia lo stesso Stivale. L'ultimo esempio dei danni che la burocrazia italiana può fare, è legato alla storia dell' S.S. Monza 1912 , compagine della città di Monza Brianza, attualmente militante nell'odierna Serie C. L' S.S. Monza 1912 , disputa le proprie gare casalinghe nel cittadino " Stadio Brianteo ", un impianto di recente creazione, dotato di ci