Come aggirare il Financial Fair Play: il caso del Trabzonspor Kulübü

Cos'é il Financial Fair Play? Il parametro su cui tanto insiste la UEFA, é stato introdotto nel 2009 dalla stessa con l'obiettivo sostanziale di spingere i club ad estinguere i propri debiti, in modo tale da far raggiungere loro un autonomo sostentamento economico/finanziario nel medio e nel lungo periodo.
Il parametro del Financial Fair Play fu introdotto formalmente con l'idea di reprimere i fallimenti delle società, ma sostanzialmente per combattere le faraoniche campagne di acquisto protratte nel calciomercato dai principali club europei, cosa che tendeva a minacciare pesantemente l'equilibrio dei campionati, a scapito delle società meno blasonate e meno ricche.
Tramite il Financial Fair Play, la UEFA impone ai club la totale assenza di debiti nei confronti di terzi (sia soggetti pubblici che privati), la comunicazione di informazioni riguardanti i piani finanziari futuri e soprattutto il pareggio del bilancio, ovvero la totale uguglianza tra perdite e ricavi durante l'arco dell'esercizio.
Il mancato rispetto dei vincoli di tale parametro, comporta l'esclusione dalle competizioni promosse dalla UEFA.
Il progetto della UEFA nasce da un disegno molto nobile: esso sorge come mezzo per rendere i club consapevoli e responsabili nella spesa, cercando di competere solo attraverso le proprie possibilità economiche, cercando di stimolare la crescita dei settori giovanili e delle infrastrutture ad essi connesse.
Il Financial Fair Play è però un parametro imperfetto, statico: esso non tiene conto delle spese effettuate dai club per la costruzione di infrastrutture, anche se tali infrastrutture nulla hanno a che fare con il mondo del pallone. In parole povere, una società calcistica potrebbe cimentarsi nell'edificazione di un'opera qualunque posta a fruizione della comunità, senza l'obbligo di dover iscrivere a bilancio le spese sostenute nell'investimento, ma avendo la possibilità di registrare le entrate che quella stessa opera é in grado di generare.
A dimostrazione di ciò è lecito citare il caso del Trabzonspor Kulübü, squadra turca della città di Trebisonda. Il Trabzonspor Kulübü infatti, è riuscito ad aggirare lecitamente i limiti sopracitati dello stesso Financial Fair Play: nell'anno 2012 il club turco ha infatti ottenuto dal proprio Governo, l'autorizzazione necessaria per procedere alla costruzione di una centrale idroelettrica, per l'utilizzo esclusivo da parte della comunità di Trebisonda. L'investimento per la costruzione dell'impianto è stato di circa 50 milioni di dollari, per un ricavo garantito annuo pari a 10 milioni di dollari. Ciò cavalcando l'onda della crescita in termini energetici della Turchia che vanta un aumento annuo pari circa all'8%.
La diversificazione del proprio business sta diventando una nuova strada importante per crescere dal punto di vista economico, ma paradossalmente anche politico. Il peso dipendente dalla proprietà di tali impianti non può che favorire i rapporti del club che implementa tali lavori, con una miriade di interlocutori.
Il Financial Fair Play allo stesso tempo dimostra di essere un parametro intelligente ma ancora incompleto: se si vuole evitare il disequilibrio nel calciomercato, occorre dettare norme chiare e rigide anche per quanto attiene alla diversificazione di business, siccome essa potrebbe essere un nuovo motivo di discrepanza tra grandi e piccoli club.


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