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Visualizzazione dei post da gennaio, 2018

I profitti di una squadra di Serie C in grado di raggiungere la "final four" della Coppa Italia: il caso U.S. Alessandria 1912

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In che modo il nuovo assetto della Coppa Italia proposto da EvoluzioneCalcistica, potrebbe comportare significativi miglioramenti in termini di ricavi e di seguito per quei club provenienti da serie inferiori rispetto alla Serie A e alla Serie B? L'osservazione di un caso come quello riguardante l' U.S. Alessandria 1912 , è necessario per comprendere la portata dell'opportunità che si può presentare ad una società di Serie C, se proiettata verso le fasi finali della stessa Coppa Italia. L' U.S. Alessandria 1912 , è una compagine del Piemonte che vanta l'ultima partecipazione in Serie A nella stagione 1959/1960. L' U.S. Alessandria 1912 è anche però, la formazione in grado di raggiungere nella stagione 2015/2016 la semifinale di Coppa Italia, venendo poi sconfitta nel doppio turno eliminatorio dall' A.C. Milan (0-1 a Torino nello Stadio Olimpico-Grande Torino all'andata e 0-5 allo Stadio Giuseppe Meazza di Milano nel turno di ritorno). Il valore sca

La Lega di Serie A ci apre le sue porte: EvoluzioneCalcistica propone per prima, la riformula della Coppa Italia

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Che questo articolo ne sia testimonianza reale: EvoluzioneCalcistica é stata la prima a proporre concretamente la riformulazione della Coppa Italia alla Lega di Serie A. Un progetto nato a gennaio 2016, presentato per la prima volta nel luglio del 2017 (all'interno della tesi di laurea) ma maturato da anni, vedendo lo scarso appeal della stessa competizione, oltre al suo basso grado di competitività. Ieri, lunedì 29 gennaio 2017, la Lega di Serie A ci ha aperto le sue porte per sentire in concreto cosa possa offrire tale progetto. La "Coppa Italia 2.0", se così si può definire, ha preso forma prendendo spunto dalla Coppa nazionale per eccellenza, ovvero la FA Cup inglese, competizione ricca di tradizione, diffusione e seguito. Una macchina infaticabile per quanto attiene alla produzione di ricavi, oltre ad essere rinomata per offrire la partecipazione a gran parte dei club inglesi, arrivando a coinvolgere anche il livello semiprofessionistico del sistema calcistico b

FIGC, la solita storia all'italiana: quando la politica viene prima di altri valori e soprattutto del calcio

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Un giorno solamente separa dalle elezioni del Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Ormai si parla più di questo che di calcio giocato, che passa per l'ennesima volta in secondo piano. Perché in secondo piano c'è già stato più e più volte, soprattutto da quando il Dio denaro e i "nuovi politici dello sport", hanno iniziato a farla da padroni. C'era confusione mesi fa, ma questo marasma sta proseguendo e ci accompagnerà non solo fino alle elezioni, ma anche dopo. Perché osservando i programmi dei tre candidati, logicamente con il massimo dell'umiltà possibile, si può percepire che qualcosa manchi, manchi eccome. Prima di tutto, il sistema calcistico italiano è in mano agli ex calciatori fondamentalmente. Ottimi atleti sul campo sicuramente, ma probabilmente meno adatti a rivestire cariche dirigenziali: bastano un paio di mesi di formazione a Coverciano per diventare dei bravi direttori amministrativi? Perché l'aver giocato a livelli profes

Perchè i settori giovanili di Serie A faticano a produrre talenti? Le strutture obsolete o inesistenti danno una spiegazione concreta

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Per poter definire la qualità effettiva di un settore giovanile, è sicuramente importante osservare il grado di bontà dello staff messo a disposizione dei giovani calciatori da parte dei club. Diviene però fondamentale ed imprescindibile osservare il luogo ed il contesto in cui questi giocatori sfruttano i mezzi posti a loro servizio, per poter maturare e crescere in via definitiva. Insomma occorre esaminare la struttura fisica portante degli stessi settori giovanili, per riuscire a fornire loro una valutazione precisa e coerente. Un settore giovanile sprovvisto di una struttura d'allenamento adeguata, potrebbe non avere la capacità di fornire la stessa qualità di preparazione a tutte le varie rappresentative giovanili impiegate, causando quindi nel medio e nel lungo termine una diminuzione del margine di sviluppo della tecnica individuale e della tattica di squadra, insieme a quella del singolo giocatore. Se attualmente i settori giovanili italiani sono in decadenza dal punto di

Diritti TV e EA FIFA: la netta differenza tra l'italiana Serie C e l'inglese Sky Bet League 1

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In giorni incandescenti dal punto di vista della faccenda riguardante i diritti TV di Serie A e di Serie B, con l'ennesima, quanto controproducente dicotomia formata da Sky e Mediaset Premium, vorrei volgere l'attenzione ad un argomento di cui praticamente non si parla mai, che invece riguarda gli interessi di milioni di tifosi e appassionati che supportano una squadra che non appartiene alle prime due divisioni del calcio italiano, bensì alla Serie C. La Serie C infatti sembra essere completamente dimenticata dagli interessi delle televisioni, pur rappresentando una fetta importante per quanto riguarda il numero dei seguaci delle stesse squadre che vi prendono parte. In serie C, sono rappresentate città per 4.432.199 abitanti (dati aggiornati al 1° gennaio 2017). Prendendo in considerazione un onesto 35% di questa quantità, che potrebbe interessarsi alle vicende della propria squadra cittadina, si otterrebbe una cifra pari a 1.551.269 potenziali tifosi. Circa un milione e me

La Serie A é la seconda lega più vecchia dell'intera Europa: i numeri preoccupanti dei settori giovanili

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Nell'ultima (e non indimenticabile) partecipazione della Nazionale di calcio Italiana ad una competizione internazionale, ovvero quella riguardante i Campionati Europei di Francia dell'anno 2016, è stato diagnosticato un problema significativo dello stato dell'arte del calcio italico: la rappresentativa nazionale in questione, si è classificata come la quarta squadra più "anziana" dell'intero torneo, con una media d'età pari a 28,9 anni. Un divario eclatante con le rappresentative nazionali di Inghilterra e Germania, caratterizzate da un'età media rispettivamente fissata a 25,8 anni e 25,9 anni. Passando all'osservazione diretta delle leghe nazionali calcistiche, si evidenzia un dato ulteriore sintomatico della questione: la Serie A risulta essere, con riguardo alla stagione calcistica 2016/2017, la seconda lega con l'età media più alta dell'intero continente europeo (27,3 anni), precedendo in classifica solamente la  Süper Lig turca. Pe

Calcio e scuola: due ambiti che spesso si escludono reciprocamente, ma che possono formare un binomio di valore

Ben pochi bambini e ragazzi soggetti alla scuola dell'obbligo, se potessero, sceglierebbero una giornata di scuola rispetto ad un'altra trascorsa sopra un campo di calcio. La media qualitativa  dell'apprendimento in termini di risultati inoltre, sarebbe clamorosamente maggiore se gli allievi in questione mettessero nei libri, almeno la metà dell'impegno che probabilmente mettono durante la settimana nella corsa dietro al pallone. Ma in Italia, Paese dalla forte vocazione sportiva secondo i numeri (17,7 milioni di italiani dichiarano di praticare sport, secondo i dati forniti dal CONI nel 2016), sport e scuola non riescono effettivamente a conciliare. Contando le due ore medie settimanali riservate all'educazione fisica nelle nostre scuole, é comprensibile come ad essa venga data poca importanza, tenendo sempre ben presente, che per tanti ragazzi, quelle due fatidiche ore rappresentano l'unico momento sportivo settimanale: totalmenti insufficienti per una cres

Essere un vero Procuratore o provarci soltanto? Il dubbio amletico posto dalla deregulamentation promossa dalla FIFA

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La nostrana FIGC, seguendo i dettami dell'ormai ex presidente FIFA Joseph Blatter, aveva perseguito in data 1° aprile 2015 l'eliminazione dell'esame per divenire Agente FIFA, ovvero la classica figura di procuratore d'interessi dei calciatori professionisti, che fino a quella data era accessibile soltanto dopo un esame a sbarramento, che prevedeva l'accesso ad uno specifico Albo, esclusivo e indispensabile per esercitare la medesima professione. Quel 1° aprile si rivela un vero e proprio pesce d'aprile per tutti gli Agenti FIFA che quell'esame l'avevano sostenuto, offrendo a chiunque (veramente a chiunque), la possibilità, a fronte di un corrispettivo annuale da versare nelle casse della Federcalcio italiana, di calarsi, o meglio improvvisarsi, nel ruolo tanto bramato di procuratore calcistico. Le conseguenze sono disastrose, con l'introduzione di personaggi di dubbia fama e di dubbi fini, al contrario di quanto effettivamente necessiterebbe il cal