Perchè i settori giovanili di Serie A faticano a produrre talenti? Le strutture obsolete o inesistenti danno una spiegazione concreta

Per poter definire la qualità effettiva di un settore giovanile, è sicuramente importante osservare il grado di bontà dello staff messo a disposizione dei giovani calciatori da parte dei club. Diviene però fondamentale ed imprescindibile osservare il luogo ed il contesto in cui questi giocatori sfruttano i mezzi posti a loro servizio, per poter maturare e crescere in via definitiva. Insomma occorre esaminare la struttura fisica portante degli stessi settori giovanili, per riuscire a fornire loro una valutazione precisa e coerente.
Un settore giovanile sprovvisto di una struttura d'allenamento adeguata, potrebbe non avere la capacità di fornire la stessa qualità di preparazione a tutte le varie rappresentative giovanili impiegate, causando quindi nel medio e nel lungo termine una diminuzione del margine di sviluppo della tecnica individuale e della tattica di squadra, insieme a quella del singolo giocatore.
Se attualmente i settori giovanili italiani sono in decadenza dal punto di vista della qualità, è anche colpa di una filosofia ben diffusa quanto controproducente, ovvero quella di lasciare le strutture di allenamento quasi al caso, con pochi e totalmente insufficienti investimenti in questa direzione.
Andando ad osservare le situazioni dei settori giovanili propri delle squadre di Serie A, si può comprendere rapidamente l'andamento della situazione.
In Serie A infatti, solo Atalanta B.C., A.S. Roma, F.C. Juventus, A.C. Milan e F.C. Internazionale possiedono un centro d'allenamento di ottima fattura e non è un caso che i principali talenti degli ultimi anni siano proprio provenienti dalle formazioni giovanili di questi club. Tra queste però, solo le prime 3 hanno la proprietà diretta del proprio centro sportivo.
Andando ad osservare alcune situazioni di ulteriori squadre rispetto alle pre citate però, la situazione cambia totalmente. Secondo un'indagine di Gazzetta dello Sport promossa nel 2016, i centri di buon livello in Serie A oltre a quelli già riportati, sono solamente quelli appartenenti a Bologna F.C., Torino F.C. e A.C. Chievo Verona, di cui tra queste ultime, solo l'A.C. Chievo VeronaTorino F.C. ne dispongono la diretta proprietà.
L'U.C. Sampdoria dispone l'allenamento del proprio settore giovanile in due località diverse, ovvero Sori e Bogliasco. Uno dei due campi del centro di Bogliasco è in sintetico, mentre l'altro è di proprietà della Curia, con cui i blucerchiati devono scendere a patti per la fruizione.
Il Genoa C.F.C. predispone l'allenamento di tre rappresentative giovanili (Primavera, Allievi U-17 e Giovanissimi U-15) in 4 campi differenti collocati in 4 località diverse della provincia genovese.
L'S.S.C. Napoli invece, organizza gli allenamenti di 7 rappresentative giovanili a Sant'Antimo: un campo da calcio a 8, due campi ancora più piccoli di quest'ultimo e un solo terreno omologato a 11, in sintetico e non di ultima generazione.
Un settore giovanile di qualità dovrebbe possedere almeno 4 o 5 campi a 11, una palestra efficiente, una sala video e soprattutto una foresteria in cui ospitare i giocatori prelevati da altre realtà territoriali. Ciò permetterebbe allo staff di allenatori, preparatori e fisioterapisti di lavorare al massimo delle proprie possibilità.
Il settore giovanile può creare introiti nel medio e nel lungo termine trattandosi di investimenti. I club italiani mostrano una tendenza a preferire i ricavi del breve termine, lasciando il futuro senza alcun tipo di programmazione concreta. All'estero e soprattutto in Inghilterra, la federazione punta tantissimo alla qualità del sistema calcistico nella sua interezza e dei settori giovanili, destinando ad essi moltissimi fondi (come ad esempio parte dei ricavi della F.A. Cup). All'estero si trova organizzazione, in Italia purtroppo no.




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