I profitti di una squadra di Serie C in grado di raggiungere la "final four" della Coppa Italia: il caso U.S. Alessandria 1912

In che modo il nuovo assetto della Coppa Italia proposto da EvoluzioneCalcistica, potrebbe comportare significativi miglioramenti in termini di ricavi e di seguito per quei club provenienti da serie inferiori rispetto alla Serie A e alla Serie B? L'osservazione di un caso come quello riguardante l'U.S. Alessandria 1912, è necessario per comprendere la portata dell'opportunità che si può presentare ad una società di Serie C, se proiettata verso le fasi finali della stessa Coppa Italia.
L'U.S. Alessandria 1912, è una compagine del Piemonte che vanta l'ultima partecipazione in Serie A nella stagione 1959/1960. L'U.S. Alessandria 1912 è anche però, la formazione in grado di raggiungere nella stagione 2015/2016 la semifinale di Coppa Italia, venendo poi sconfitta nel doppio turno eliminatorio dall'A.C. Milan (0-1 a Torino nello Stadio Olimpico-Grande Torino all'andata e 0-5 allo Stadio Giuseppe Meazza di Milano nel turno di ritorno).
Il valore scaturito dall'essere giunti addirittura in semifinale contro ogni tipo di pronostico, per un club che milita da ormai più di cinquant'anni all'interno della terza divisione nazionale, ha avuto ripercussioni incredibili sul seguito e sui ricavi "consuetudinari" dei Grigi piemontesi.
Basta pensare che il turno di andata contro i Diavoli rossoneri, è stato giocato a Torino a causa della richiesta della stessa società piemontese, dettata dall'ingente numero di tifosi alessandrini desiderosi di assistere alla gara: in quel caso 20 mila sono stati i supporters provenienti da Alessandria e partecipanti direttamente sugli spalti dell'impianto torinese. Un numero che lo Stadio Moccagatta di Alessandria, in virtù dei suoi 5827 posti omologati, non avrebbe potuto ospitare (oltre al fatto che era ed è attualmente sprovvisto della Goal Line Technology, tecnologia da circa 100 mila euro garantita dalla Lega di Serie A, organizzatrice della stessa Competizione, nelle fasi finali).
L'U.S. Alessandria 1912, solo tramite la gara contro l'A.C. Milan, ha quindi raggiunto traguardi enormi sotto l'aspetto dei tagliandi venduti, traguardi insperati se si osservano i dati tratti dalle vendite dei biglietti nei vari match-day casalinghi in Serie C nella stessa stagione di riferimento dell'indagine, ovvero quella 2015/2016.
Nonostante la squadra alessandrina si sia posizionata come terza classificata all'interno del girone A dell'ormai vecchia Lega Pro, nelle 17 gare casalinghe di campionato, escludendo dal conteggio i play-off seguentemente disputati senza vittoria finale, ha totalizzato una media di spettatori per partita pari a 2.576, con un totale di ingressi a fine stagione pari a 43.784.
I due principali picchi di positività e negatività del conteggio, si sono registrati nella sfida d'alta classifica contro l'A.S. Cittadella (4.356 spettatori) e nella gara contro l'U.C. Albinoleffe, match che ha totalizzato 1.863 spettatori.
Escludendo ulteriormente dal conteggio gli abbonamenti annuali, è possibile affermare che i Grigi di Alessandria abbiano totalizzato, nelle partite casalinghe disputate durante tutto l'arco dell'anno, la vendita media per gara di soli 1.169 tagliandi. Paradossalmente, questo sta a significare che in una sola gara di Coppa Italia giocata tra le mura amiche, l'U.C. Alessandria 1912 è riuscita a vendere 19 mila tagliandi in più di quanti non ne abbia mai venduti mediamente in una gara casalinga di Lega Pro. Ancor più in maniera eclatante, solo grazie alla sfida contro l'A.C. Milan, è riuscita a totalizzare un numero di biglietti venduti che equivale circa alla metà delle vendite di tagliandi durante un'intera stagione nella terza divisione italiana.
Un indotto enorme per una squadra di tale portata, generato solamente da una gara di Coppa nazionale. Se ciò potesse ripetersi con più frequenza? Se questa possibilità fosse accessibile ad un maggior numero di squadre durante ogni stagione? Forse avremmo un maggior numero di club attrezzati economicamente, in grado di aumentare di riflesso la soglia di bontà dell'intero sistema calcistico italiano.














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