La Lega di Serie A ci apre le sue porte: EvoluzioneCalcistica propone per prima, la riformula della Coppa Italia

Che questo articolo ne sia testimonianza reale: EvoluzioneCalcistica é stata la prima a proporre concretamente la riformulazione della Coppa Italia alla Lega di Serie A.
Un progetto nato a gennaio 2016, presentato per la prima volta nel luglio del 2017 (all'interno della tesi di laurea) ma maturato da anni, vedendo lo scarso appeal della stessa competizione, oltre al suo basso grado di competitività.
Ieri, lunedì 29 gennaio 2017, la Lega di Serie A ci ha aperto le sue porte per sentire in concreto cosa possa offrire tale progetto.
La "Coppa Italia 2.0", se così si può definire, ha preso forma prendendo spunto dalla Coppa nazionale per eccellenza, ovvero la FA Cup inglese, competizione ricca di tradizione, diffusione e seguito. Una macchina infaticabile per quanto attiene alla produzione di ricavi, oltre ad essere rinomata per offrire la partecipazione a gran parte dei club inglesi, arrivando a coinvolgere anche il livello semiprofessionistico del sistema calcistico britannico.
La Coppa Italia è attualmente una competizione di basso profilo qualitativo, che vede coinvolti esclusivamente i tre livelli professionistici, con qualche saltuaria presenza di squadre provenienti dalla Serie D. Squadre, queste ultime, che difficilmente riescono a giungere agli atti finali della competizione, a causa di una struttura, quella della Coppa Italia, che favorisce le squadre più blasonate, in virtù di un ranking che concede alla squadra meglio posizionata in campionato nell'anno precedente, di godere di diversi bonus rispetto a quella posizionata peggio, tra cui quello di giocare in casa i turni ad eliminazione diretta, insieme a quello riguardante l'ingresso differito nella competizione, ovvero verso gli ultimi turni eliminatori della stessa.
La riformula della Coppa Italia proposta alla Lega di Serie A, prevede la partecipazione di 548 squadre, tra cui 284 d'Eccellenza, 162 di Serie D, 60 di Serie C, 22 di Serie B e 20 di Serie A. Per tutta la durata del torneo, gli accoppiamenti sono decretati dal sorteggio, che decreterá anche chi giocherà in casa. Si svolgerà una sola gara d'andata (a parte il turno relativo alle semifinali) e in caso di parità avranno luogo i tempi supplementari, con "golden gol" e rigori in caso di ulteriore parità.
Le squadre d'Eccellenza e di Serie D, vengono suddivise in 3 raggruppamenti (nord, centro e sud), per favorire gli spostamenti e ridurre i costi che potrebbero impedire alle stesse di partecipare se la competizione obbligasse da subito a spostamenti di carattere nazionale. La qualificazione delle squadre di Eccellenza alla Coppa Italia, è sotteso al posizionamento delle stesse nel campionato di appartenenza dell'anno precedente.
La nuova Coppa Italia si sviluppa in quattro preventivi turni di qualificazione giocati esclusivamente dalle squadre di Eccellenza e Serie D (queste ultime entranti al secondo turno di qualificazione), al termine del quale inizierà il "primo turno" con l'ingresso delle squadre di Serie C. Importante è segnalare che dal "primo turno" in poi, cessa la suddivisione interregionale della competizione, che diviene ora di scala nazionale.
Al termine dei quattro "turni di qualificazione" rimangono in gioco 28 delle 464 squadre provenienti da Serie D ed Eccellenza, club che verranno accoppiati nel "primo turno" alle 60 squadre di Serie C (entranti nello stesso "primo turno"): si svolgeranno 44 gare e si otterranno 44 squadre qualificate al "secondo turno".
Nel "secondo turno" si affronteranno le 44 squadre del "primo turno", con lo svolgimento di 22 gare decretanti le 22 compagini qualificate ai "trentaduesimi di finale".
Dopo il "secondo turno" hanno luogo gli stessi "trentaduesimi di finale", turno in cui accedono alla competizione anche tutte le 22 squadre di Serie B e le 20 di Serie A. Poi si va verso la finale.
Rispetto all'attuale struttura della Coppa Italia, questa nuova proposta potrebbe aumentarne il grado di competitività e di spettacolarizzazione, incrementando la possibilità di squadre di divisioni minori di poter ospitare sul proprio terreno di gioco i top club della cerchia professionistica, in virtù del sorteggio casuale (cosa che aumenterebbe sicuramente i ricavi derivanti dai diritti televisivi e dalla vendita dei biglietti per accedere all'incontro).
Prospettando l'ingresso delle Squadre di Serie A e di Serie B ai "trentaduesimi di finale", si obbligano le stesse a disputare almeno sei turni per arrivare alla vittoria finale, eliminando definitivamente il concetto di "teste di serie", che attualmente indirizza in maniera netta l'esito finale della competizione. 
Fondamentale è ricordare che mediamente, il periodo intercorso tra lo svolgimento dei "quattro turni eliminatori" e i "quarti di finale" dell'attuale formula della Coppa Italia, risulta andare da novembre a febbraio, con orari infrasettimanali impensabili e temperature sfavorevoli, con la conseguenza desolante di avere stadi praticamente vuoti: occorre modificare i periodi e gli orari di svolgimento della Coppa, per renderla accessibile ad un pubblico più vasto.
La nuova Coppa Italia propone inoltre la "finale itinerante", con la possibilità di giocare la stessa partita "finale" in stadi diversi ogni anno: cosa che genererebbe un coinvolgimento di tutto il territorio nazionale, per una competizione veramente Italiana (cosa che potrebbe spingere i Comuni e i club a rivisitare le strutture, solo per poter ospitare una gara di tale importanza).
L'organizzazione della nuova Coppa Italia, dovrebbe anche essere in grado di destinare una gran parte dei ricavi generati a sostegno di tutto il movimento calcistico nazionale, partendo dai livelli più bassi, proprio come la Football Association (Federcalcio inglese) fa con la FA Cup.
Insomma la "Coppa Italia 2.0" si propone come una competizione che detiene la peculiarità di allargare i propri confini a livelli calcistici semiprofessionistici, offrendo loro la possibilità di aumentare il grado di diffusione del proprio marchio, insieme alla concreta offerta di innalzare in modo notevole i propri ricavi.
Ciò porterebbe negli anni ad un aumento qualitativo medio dei vari club, con un beneficio rivolto a gran parte del sistema calcistico italiano in via più generale. Basta osservare i resoconti delle squadre semiprofessionistiche inglesi giunte ai turni finali della FA Cup , dove un solo turno contro una squadra blasonata può valere un anno intero di incassi. Nella FA Cup 2016/2017 per esempio, il Sutton United F.C., squadra semiprofessionistica di National League (quinto livello della piramide inglese), incassò nella sola gara interna contro il Leeds United A.F.C., una cifra pari a circa 400 mila sterline, ovvero il 35% della propria disponibilità economica annuale. "Coppa Italia 2.0", why not?



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