""Fai ridere Gigi Buffon o Fai ridere, Gigi Buffon": lo scandaloso spot in cui il portiere vende la dignità di un fallimento storico e di una Nazione intera"

La Nazionale maggiore dell'Italia non parteciperà ai Campionati Mondiali di Russia 2018, ormai lo sanno anche le pietre. Le pietre sanno anche che dopo il trionfo dell'ormai lontano 2006, il movimento calcistico italiano non ha optato per un necessario rinnovamento, cosa che lo ha indebolito a tal punto da estrometterlo dalla più importante e celebre competizione del Pianeta.
Il calcio in Italia non è uno sport, ma è un fondamento imprescindibile. Che si voglia o meno, è preso seriamente, a volte anche fin troppo. Ma questa è la realtà dei fatti nello Stivale.
Quando sei tra i protagonisti della Nazionale, quando scendi in campo in rappresentanza di una Nazione che ama e vive il calcio in maniera spasmodica come l'Italia, hai una responsabilità immensa, nettamente più ampia rispetto a quella dovuta per giocare in altre rappresentative nazionali.
Quando fallisci, quando addirittura manchi la semplice qualificazione ad un Campionato Mondiale, dovresti valutare in prima sede il peso della delusione creata tra i tifosi, ma anche tra le persone che il calcio non lo seguono, perché la Nazionale ha sempre avuto un unico grande potere: quello di unire un'Italia spesso divisa tra nord e sud, con rivalità territoriali e culture spesso collidenti e mai convergenti. Diversità che hanno reso l'Italia stessa un paniere di conoscenza, intelletto, scienza ed erudizione, ma anche un luogo in cui il senso di appartenenza nazionale è spesso inferiore rispetto al senso di appartenenza regionale e addirittura cittadino.
Ecco perché era importante la qualificazione mondiale: un Paese stanco, travolto da mille problematiche governative, da disoccupazione e povertà netta crescente, aveva bisogno di sentirsi ancora parte di uno Stato che a volte fa sentire abbandonati a sé stessi. Aveva bisogno di un momento di allegria, di adrenalina, di calcio ad altissimi livelli.
Vedere Gianluigi Buffon, uno degli artefici di questa mancata qualificazione, piangere davanti alle telecamere dopo la mancata qualificazione per via della sfida con la Svezia, aveva toccato il cuore di molti, ma anche scatenato reazioni ben meno comprensive da parte di altri. Vedere successivamente lo stesso portiere protagonista di uno spot pubblicitario (Birra Moretti), in cui scimmiotta ridendo, la stessa mancata qualificazione, non può che far arrabbiare, ma soprattutto disgusta.
Un giocatore della sua età e della sua esperienza, che vende la propria immagine per una pubblicità che sminuisce completamente il peso del fallimento azzurro, che se ne frega del fatto che quest'estate guarderemo scendere in campo Panama, lede il sentimento popolare, ma soprattutto leva definitivamente la dignità ad un gran portiere, si, ma che si dimostra in questo caso un piccolo uomo. Purtroppo le due cose non sempre viaggiano sullo stesso binario.
Lo slogan della pubblicità è: "Fai ridere Gigi Buffon", una sfida lanciata ai consumatori in cui gli stessi, con dei contributi multimediali inviati alla stessa azienda Moretti, dovranno strappare un sorriso all'ex portiere dell' F.C. Juventus per vincere dei premi. A dirla tutta credo che lo slogan possa essere cambiato solo con una virgola per ottenere un risultato molto più significativo: "Fai ridere, Gigi Buffon".

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