L'Italia senza una legge contro la contraffazione: la piaga dei prodotti non ufficiali che danneggia l'economia dei club italiani

In Italia, il merchandising delle società calcistiche non è tutelato dalla legge. Ovvero non esiste nessuna legge che possa proteggere effettivamente i prodotti ufficiali dei club italiani, permettendo l'abuso crescente della contraffazione che tende a limare di non poco il raggio dei loro possibili ricavi.
All'estero, soprattutto in Inghilterra, la situazione si rivela ben differente: basta osservare infatti la sentenza emanata dalla Corte di Giustizia delle Comunità Europee, sezione quinta, che il 12 novembre del 2002 all'interno della causa n°C-206/01 (Arsenal Football Club PLC, Matthew Reed) ha sancito i limiti veri e propri sul tema della contraffazione del marchio all'interno del territorio inglese.
La diatriba terminata con la sentenza a favore dei Gunners, riguardava una serie di prodotti riportanti il marchio non ufficiale dell'Arsenal F.C., che il signor Matthew Reed produceva e vendeva, ledendo però, secondo lo stesso club londinese, la tutela di qualità del proprio brand.
La Corte di Giustizia delle Comunità Europee, ha così ritenuto che in tal caso lo sfruttamento del marchio andasse al di là del limite concesso e connesso all'utilizzo del marchio stesso, ovvero quello che riguarda la limitazione comprensiva del suo utilizzo "nel rispetto e nel sostegno della tradizione e del folklore di popolari strati sociali".
Sostanzialmente, la sentenza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee, ha sancito che i prodotti non ufficiali che tendono a confondere il consumatore finale riguardo allo stesso marchio di cui sono forgiati e che rischiano quindi di ridurre la qualità del marchio registrato, anche se con finalità di supporto allo stesso, sono da ritenere lesivi nei confronti della società proprietaria del medesimo brand.
In Italia, come già accennato, l'assenza di una legge vera e propria posta a protezione dei diritti del marchio, ha sicuramente un risvolto negativo sulle proiezioni di ricavo delle società calcistiche italiane. Ciò, è anche favorito dal fatto che praticamente nessuna società di Serie A detiene lo stadio di proprietà (ad esclusione di F.C. Juventus, Udinese Calcio e U.S. Sassuolo Calcio) e quindi nemmeno la possibilità di avere uno store di merchandising ufficiale all'interno del proprio impianto di gioco, direttamente fruibile dal consumatore durante le gare. Si diffonde quindi a macchia d'olio la vendita di merchandising non ufficiale nelle vicinanze degli stadi durante il match-day: una netta perdita di possibili ricavi per i club, che combattono tale fenomeno alzando paradossalmente il prezzo della propria oggettistica ufficiale, cercando di correlare l'aumento dello stesso prezzo ad una maggiore qualità del prodotto fornito. In un momento storico in cui mediamente il potere d'acquisto italiano non è al massimo delle proprie possibilità, le vendite di prodotti ufficiali tendono a diminuire con il relativo aumento delle vendite dei prodotti contraffatti, dotati di un minor costo e quindi maggiormente accessibili all'acquisto.
Per acquistare una maglia ufficiale di una qualsiasi squadra di Serie A, occorrono mediamente 90 euro. Per acquistare una maglia ufficiale di una squadra di vertice di Premier League occorrono mediamente 76 euro, mentre per squadre inglesi di minor blasone, la spesa necessaria per acquistare una maglia diventa notevolmente inferiore.
Il costo medio delle divise ufficiali di Premier League è quindi inferiore a quello delle divise ufficiali di Serie A. I prodotti inglesi inoltre, a differenza di quelli italiani, sono coperti da una tutela che li protegge dal fenomeno della contraffazione. A fronte di questi due concetti, è facile capire come l'esborso dei clienti inglesi per l'acquisto di merchandising ufficiale delle squadre di Premier League, si rivela essere molto più alto rispetto a quello degli italiani per i prodotti ufficiali dei club di Serie A. Una chiara dimostrazione di come una semplice tutela statale, abbia la possibilità di cambiare drasticamente gli scenari economici di una realtà aziendale (e in questo caso calcistica).


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