Le economie sommerse nel calcio italiano: tra chi paga per far giocare il proprio figlio e chi vende corsi di formazione attraverso false promesse

Essere bambini, giocare a calcio e sognare di diventare uno dei protagonisti del mondo del pallone. Una delle cose più sane ed usuali del mondo. I sogni poi non costano niente. O almeno così dicevano.
La realtà attuale dei fatti però, mostra esattamente il contrario: i sogni infatti, da qualche tempo hanno iniziato ad avere un prezzo ben preciso.
Il calcio italiano ha dimostrato negli anni di saper convivere con enormi falle sistematiche ed economie sommerse, partendo dalle più remote categorie dilettantistiche fino ad arrivare a quelle più blasonate e professionistiche. Il problema ha origine da questa assurda capacità di adattamento dello stesso calcio italiano a situazioni incredibilmente contraddittorie, dove senza alcun tipo di regolamentazione precisa, s'è data la concessione ad una molteplicità di personaggi poco raccomandabili di divenire effettivamente parte sostanziale del sistema.
EvoluzioneCalcistica aveva già analizzato il pericoloso tema riguardante i procuratori calcistici improvvisati, nati grazie alla deregolamentazione apportata dalla FIFA (Essere un vero Procuratore o provarci soltanto? Il dubbio amletico posto dalla deregulamentation promossa dalla FIFA): questa persistente assenza di regole precise (che dovrebbero punire almeno a livello pecuniario chi sbaglia), ha creato figure come "osservatori", "agenti" e "intermediari", che potrebbero essere categorizzati in un'unica grande specie, ovvero quella dei truffatori.
Esistono realtà in cui i genitori pagano migliaia di euro, per permettere al proprio figlio di ottenere provini con squadre blasonate. Ma esistono anche realtà in cui gli stessi genitori pagano per poter vedere addirittura il figlio giocare.
Praticamente, ciò insegna che basta andare a vedere un centinaio di partite, scegliere almeno 30/40 giovani calciatori che si distinguono leggermente dalla massa, conoscerne i genitori e cercare di spillare loro una somma di denaro in cambio di un provino con un settore giovanile importante.
Non importa se i giovani in questione non hanno abbastanza talento: conta che i genitori vedano in loro dei futuri campioni. Occorre quindi trovare genitori disposti a tutto, come pagare puntualmente un finto osservatore che promette la Luna, ma che in verità sta compiendo un'azione totalmente illegale. Insomma il talento non vale più se non viene supportato da una lauta capacità economica.
Negli ultimi anni, si sono poi formate associazioni che a sempre pagamento, offrono corsi di formazione con la promessa di formare figure professionali in grado di accedere e operare facilmente nel mondo del calcio. Associazioni nate nel qualunquismo e prive di qualsiasi titolo, supportate da ex calciatori squattrinati che mettono il proprio nome a disposizione per dare un tono aulico alle stesse, che attraverso corsi di poche ore, promettono di creare e istruire dal nulla gli osservatori e i procuratori del futuro. Un giro d'affari enorme che è sotto gli occhi di tutti, ma che paradossalmente non viene nè combattuto nè arrestato.
Perchè il sistema calcistico italiano non combatte tutto questo? La Federazione è una realtà troppo piccola per poter contrastare da sola una piaga estesa su tutto il territorio nazionale. Quindi perchè le varie entità sportive nazionali (Enti di promozione sportiva in particolare), che ricevono contributi economici ingenti (e soprattutto pubblici) dal CONI, non possono supportare la lotta a queste realtà totalmente illegali? Perchè nessuno denuncia queste fasulle associazioni che vendono aria fritta a peso d'oro? Perchè il calcio italiano è obbligato a convivere con miriadi di economie sommerse che lo privano di fiducia e legalità? Soprattutto, perchè questo sistema funziona solo e soltanto con le conoscenze, cancellando di fatto il merito? Senza merito e senza una forma di reale tutela legale si è giunti a questo: un calcio marcio, avvelenato direttamente alle proprie fondamenta, dove chi ha i soldi ma non ha talento va avanti, mentre chi ha talento ma non ha i soldi, è costretto ad aspettare sempre "il prossimo treno".





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