Se la tua squadra del cuore giocasse con il tuo nome impresso sulla divisa da gara ufficiale? Il marketing d'avanguardia arriva dall'estero

In mezzo a profitti, interessi e contratti multimilionari, il tifoso rimane l'unica vera anima del calcio. Il "dodicesimo uomo", così definito perché in grado di dare quella spinta decisiva alla propria squadra del cuore verso la vittoria finale.
Negli anni alcune società italiane e non, hanno addirittura ritirato la classica maglietta numero 12 (solitamente spettante al secondo portiere) per dedicarla interamente alla propria tifoseria, in modo tale da farla sentire attivamente parte del progetto.
Alcuni club però (solamente società estere in questo caso) sono andati ben oltre, inventandosi un'idea di marketing che va al di là del semplice ritiro della maglia in onore dei tifosi: corredare la maglia da gara ufficiale con i nomi degli stessi. Sono diversi gli esempi che si possono citare, partendo dal Le Mans F.C. nel 2008, passando per l'S.C. Bastia nel 2011 e finendo con gli Hearts of Midlothian F.C. nel 2015.
In particolare gli scozzesi, che avevano promosso una riuscitissima campagna di coinvolgimento economico dei propri tifosi, in modo tale da evitare il pericolo incombente di fallimento del club: 8 mila furono i nomi stampati sulla divisa ufficiale da gara, per una cifra media spesa per tifoso pari a 120 pound, ovvero poco più di 150 euro. La squadra di Edimburgo inoltrò addirittura l'hashtag #foundMyName su Twitter, in modo tale che i tifosi potessero cercare il proprio nome sulla divisa inoltrando una testimonianza diretta sullo stesso social network con foto e video, cosa che incrementò notevolmente il senso di appartenenza e l'adesione alla campagna.
Un ulteriore esempio degno di nota è quello offerto dall'Olympique de Marseille, squadra della Ligue 1 francese. Nell'anno 2013 la stessa compagine transalpina scese in campo con una divisa abbastanza insolita: vicino allo sponsor commerciale era stato posto un messaggio "social" di un tifoso. l'Olympique de Marseille aveva infatti aperto un concorso su Facebook, dove il messaggio più originale tra tutti quelli inviati dai tifosi, sarebbe stato applicato sulla divisa da gara e portato direttamente in campo durante un match ufficiale. Più vicini alla squadra di così si muore.
La maglietta da gara è tutt'ora un notevole volano commerciale a livello mondiale, che spesso diverse squadre italiane non tendono a sfruttare. Partendo dal basso interesse verso i jersey sponsor, che soprattutto all'estero rappresentano una fonte economica incredibile per i club che perseguono tale politica. In Italia addirittura, la sponsorizzazione commerciale sulle divise da gara non è nemmeno agevolata, essendo infatti presente una limitazione netta rivolta alle stesse, tutt'ora vigente attraverso l'articolo 7 del "Regolamento delle divise da gioco della Serie A" (Comunicato Ufficiale n°19 della Lega di Serie A, 18 agosto 2015), che regola i centimetri quadrati della divisa destinati agli sponsor.
In Italia al massimo, le squadre possono ritirare la maglietta, mentre all'estero i club hanno la possibilità di comporla a proprio piacimento, rendendola maggiormente appetibile e a misura di tifoso.
Osservando l'attaccamento delle tifoserie italiane alle proprie squadre, dove moltissimi tifosi, nonostante i prezzi tra i più alti d'Europa in termini di gadgets, tendono comunque ad acquistare prodotti della gamma offerta dal proprio club di fede, sarebbe interessante studiare la reazione degli stessi a campagne marketing del genere. Quante magliette personalizzate sarebbero vendute in pochissimo tempo? Quante persone verrebbero coinvolte e spinte ad interagire sui social aumentando la diffusione del marchio e della popolarità dello stesso club?
Imprimere il proprio nome per sempre sulla propria "seconda pelle". Alzare i ricavi con un'idea praticamente a costo zero. Sembra un ottimo compromesso. All'estero è già realtà da tempo, chissà che in Italia non lo possa divenire a breve.



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